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Il corrispettivo del patto di non concorrenza tra determinatezza e congruità
Raffaele Fabozzi, Professore ordinario di Diritto del lavoro – Università Luiss Guido Carli di Roma
Cassazione civile, Sez. lav., 11 novembre 2022, n. 33424 – Pres. Tria – Rel. Michelini
La nullità del patto di non concorrenza per indeterminatezza o indeterminabilità del corrispettivo e quella per assenza o incongruità dello stesso operano su piani diversi, risolvendosi la prima nella violazione dell’art. 1346 c.c. mentre la seconda nella violazione dell’art. 2125 c.c.
1. Con ordinanza dell’11 novembre 2022, n. 33424, la Suprema Corte ha cassato la sentenza della Corte di Appello di Milano del 18 dicembre 2017, n. 1884, che – confermando la sentenza di primo grado – ha statuito la nullità di un patto di non concorrenza.
Nello specifico, la Corte di Appello ha ritenuto nullo il patto «per indeterminatezza ed indeterminabilità del corrispettivo del sacrificio richiesto al lavoratore, in quanto correlato alla durata del rapporto di lavoro, in mancanza di un importo minimo e perciò non congruo; detto importo era pari a Euro 10.000 all’anno (da pagarsi in 2 rate semestrali posticipate all’anno) per 3 anni, a fronte di un impegno di non concorrenza per 20 mesi dalla cessazione del rapporto» [1].
In altri termini, secondo la sentenza impugnata, la [continua..]