Massimario di Giurisprudenza del LavoroISSN 0025-4959
G. Giappichelli Editore

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Pensioni ed eutanasia (di Antonio Vallebona,  Professore ordinario di Diritto del lavoro – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)


Il saggio tratta delle pensioni di vecchiaia, che sono molte a causa della crescita della vita e del rimedio consistente nella libera eutanasia.

Pensions and euthanasia

The essay deals with old-age pensions, which are many because of the growth of life expectancy and the remedy consisting in free choice of euthanasia.

Keywords: pensions – euthanasia – abortion

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SOMMARIO:

1. Poche culle e poche tombe - 2. La sorte dei vecchi - 3. Considerazioni giuridiche sull’eutanasia - 4. Aborto ed eutanasia


1. Poche culle e poche tombe

Dopo il mio articolo “Pensioni: crescita della vita e decrescita del tasso di natalità” (Mass. giur. lav., 2019, p. 935) è stato accertato che in Italia il numero dei pensionati (22 milioni 780mila) è superiore al numero dei lavoratori attivi (22 milioni 770mila). Il detto “poche culle e poche tombe” si è avverato, con le relative disastrose conseguenze economiche. Infatti in un regime previdenziale c.d. a ripartizione, le pensioni vengono pagate con i contributi versati nello stesso periodo, sicché se le pensioni aumentano e l’ammontare dei contributi si riduce l’ente previdenziale ha bisogno di finanziamenti pubblici. Il rimedio proposto dal saggio citato concerne l’aumento delle nascite (più culle) mediante sussidi statali adeguati alle famiglie con due o più figli. Ma, ovviamente, questo rimedio sarebbe molto costoso e comunque produrrebbe effetti dopo almeno venti anni. Mentre un bonus mensile di 200 Euro per ogni figlio è un rimedio sicuramente insufficiente per aumentare il tasso di natalità.


2. La sorte dei vecchi

Pertanto propongo un altro rimedio relativo all’altra faccia della medaglia cioè “più tombe”. Le persone hanno diritto di vivere anche a tarda età, se apprezzano ancora la vita con i suoi molteplici interessi. Ma quando diventano dementi o hanno bisogno di assistenza continua, la vita non vale più nulla (cfr. James Joyce, Gente di Dublino, secondo cui è sbagliato “appassire e svanire a poco a poco nello squallore degli anni”). Non a caso è noto che i pellerossa quando percepivano che non erano più utili alla tribù se ne andavano in un luogo consacrato e morivano di inedia. Ed anche i vecchi dell’Amazzonia, quando decidevano che era arrivata l’ora di “andarsene”, venivano drogati e cosparsi di miele e il giorno dopo rimanevano solo le ossa in quanto il resto era stato divorato dalle formiche (cfr. Luis Sepulveda, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore). Pure i vecchi elefanti, animali intelligenti, se ne vanno dal branco e dopo qualche tempo muoiono da soli.


3. Considerazioni giuridiche sull’eutanasia

Pertanto per la persona vecchia demente o che si sente inutile alla società o alla famiglia avendo necessità di essere assistita, la vita diventa terribile e quindi è meglio l’eutanasia (parola composta da eu = buona e tanatos = morte). L’art. 580 c.p., che prevede il reato di istigazione o aiuto al suicidio, è stato dichiarato in parte incostituzionale in quanto non esclude la punibilità di chi agevola il suicidio di una persona capace di prendere decisioni libere e consapevoli così violando i seguenti articoli della Costituzione: 2 (diritti inviolabili dell’uomo), 13 (libertà personale) e 32 (rispetto della persona umana e quindi non obbligatorietà di un determinato trattamento sanitario) (Corte cost. 12 dicembre 2019 n. 242). Questa sentenza tratta di un caso in cui l’imputato aveva trasportato in Svizzera, paese in cui l’eutanasia è consentita, una persona che a causa di un incidente era diventato cieco e non poteva più muoversi dal letto e quindi aveva deciso l’eutanasia essendo capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Pertanto è necessaria una norma che estenda questo concetto, prevedendo la libera eutanasia per le persone che non vogliono più vivere per motivi non sindacabili, purché la decisione sia presa dalla persona in un tempo in cui era capace di intendere e di volere.


4. Aborto ed eutanasia